Ciclisti Urbani
Chi è il ciclista urbano?
E' colui che usa abitualmente la bicicletta; per andare al lavoro o a scuola, per fare la spesa, per andare al cinema o a trovare un amico.
Perchè "urbano"? E' soprattutto in città che è nato quel movimento che ne difende i diritti, propagandando un maggior uso della bicicletta e chiedendo alle Amministrazioni una "politica per tutelare ed incentivare la mobilità ciclistica".
Potremmo forse chiamarlo più propriamente "ciclista abituale" visto che l'uso della bicicletta talvolta è più diffuso in centri minori.
Perchè "urbano"? E' soprattutto in città che è nato quel movimento che ne difende i diritti, propagandando un maggior uso della bicicletta e chiedendo alle Amministrazioni una "politica per tutelare ed incentivare la mobilità ciclistica".
Potremmo forse chiamarlo più propriamente "ciclista abituale" visto che l'uso della bicicletta talvolta è più diffuso in centri minori.
Quali sono le sue motivazioni?
E' alla portata di tutti. Bambini, ragazzi, e più in generale chi non ha la patente (o non può permettersi di "mantenere" un'auto) può muoversi in autonomia.
Altre motivazioni possono interessare persone con particolari idee e sensibilità: ambientalisti (non si inquina e non si sprecano risorse energetiche), salutisti (si fa del sano movimento), new-Global (non si finanziano le multinazionali del petrolio), chi cerca uno stile di vita più sobrio, ecc.
Approfondiamo motivazioni e vantaggi (privati e sociali) nella sotto-sezione Perchè in bicicletta?
Come andare in bicicletta tutti i giorni?
Ma ci sono anche mille altri piccoli problemi, di ordine pratico (magari banali dove c'è già una diffusa "cultura della bicicletta" e tanti negozi con i giusti accessori). Molti neo-ciclisti urbani magari non sanno come affrontarli: quale equipaggiamento per la pioggia, come trasportare le cose, ecc.
Consigli, manuali ed esperienze nella sotto-sezione: Usare la bici in città
Chi difende i ciclisti urbani?
La promozione della bicicletta, la realizzazione di piste ciclabili e i provvedimenti di moderazione del traffico erano già da tempo nell'agenda di molti Paesi Nord Europei, ma in Italia nemmeno se ne parlava.
Grazie all'azione svolta localmente dalle associazioni aderenti e poi, a livello nazionale, dalla FIAB stessa, il problema è emerso (in alcune città da anni, in altre più recentemente).
Non siamo quindi all'anno zero, nel senso che di ciclabilità in Italia finalmente almeno "se ne parla", i ciclisti urbani stanno aumentano ed hanno sempre maggior consapevolezza del proprio ruolo. Purtroppo, nonostante le molte proposte, solo in poche città si vede qualcosa di concreto. E ai ciclisti urbani le chiacchiere di certi assessori non servono a un bel niente. Pedalano in città e giudicano da quel che vedono.
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